IL DISASTRO DEGLI EVENTI INTERNAZIONALI DI NOVEMBRE

Novembre significa Grande Rugby e da sempre questi grandi appuntamenti, oltre a costituire una occasione di festa per i vecchi e nuovi appassionati della palla ovale, sono stati una fonte di guadagni (leggi : ticketing) e miglioramento della percezione (leggi : possibilità di attirare nuovi sponsor) per la FIR grazie a stadi pieni. Non questa volta. 

Eppure le premesse erano tutte lì, a disposizione. Quale migliore platea per un grande evento di rilancio post-Covid di quella offerta dal mito degli All Blacks all’Olimpico? Quale migliore appuntamento per portare il rugby in uno stadio di media grandezza del derby con i Pumas? Poteva esserci miglior avversario possibile per riportare il rugby al Sud dell’Uruguay? Incassi e percezione, il menu perfetto.

Nulla di tutto ciò succederà, perchè? 

Semplicemente perchè è mancato l’ingrediente fondamentale : il lavoro dell’Ufficio Eventi. Sì perché per reperire le sedi di partite internazionali bisogna lavorare mesi prima, individuare le città e aprire i rapporti con i comuni proprietari degli stadi, stabilire relazioni con i club di calcio che, in genere, li gestiscono. 

Approntare piani di comunicazione e promozione per portare pubblico allo stadio, risolvere le questioni logistiche e organizzative, mappare gli stadi e stabilire i prezzi. Tutte cose che negli anni pre-Covid sono sempre state svolte brillantemente con ottimi risultati per la FIR da una squadra che oggi non c’è più. Oggi in quell’Ufficio c’è solo un generale senza soldati, il Responsabile che ormai non potrà più godere del supporto del lavoro dei dipendenti federali che in questi mesi sono stati affidati ad altri incarichi. 

Inutile adesso agitare i soliti scontati alibi…. Il Covid, la crisi di risultati, la crisi economica, magari anche la vecchia gestione Gavazzi che, anche se non c’azzecca una mazza,ci sta sempre bene. La realtà è che si è voluto aspettare gli eventi passivamente sfruttando un vuoto di potere e una mancanza di controllo tra le cui pieghe si nascondono presunzione di immunità e inadeguatezza.

Qualcuno adesso in Consiglio Federale chiederà conto del mancato incasso che produrranno questi test match?

Qualcuno in Consiglio Federale si domanderà quali ricadute negative in termini di percezione all’esterno avranno le immagini di uno stadio Olimpico semi-vuoto, o quelle di stadi da 5000 posti scelti per ospitare eventi internazionali? 

La qualità e la lungimiranza della programmazione dei test è testimoniata dal confronto tra un’Italia – Argentina disputata al sabato in un impianto con una capienza da 5000 posti con un’ Italia A – Uruguay disputato alla domenica in uno stadio da 10.000.

A proposito di mancanza di programmazione, un pensiero affettuoso di solidarietà va dedicato da tutti coloro che hanno a cuore le sorti del rugby italiano ai martiri dell’Ufficio Biglietteria, costretti a lavorare fino alle 5 di mattina del giorno della partita con la Nuova Zelanda in condizioni senza precedenti, sotto organico e con tempi assurdi per cercare di limitare i danni e evitare ulteriori figuracce alla FIR. 

Prevenire criticità ben note o gestire quelle nuove ma prevedibili sarebbe stato possibile se solo si fosse lavorato, come negli anni precedenti. 

Lo stellone si è esaurito, impossibile continuare a contare sull’abnegazione e la passione di chi lavora in prima linea per poi arrogarsi meriti di altri. Il danno è evidente, qualcuno pagherà il conto? 

Del resto, i numeri in termini di presenze contro gli All Blacks sono stati impietosi : al di là delle cifre ufficiali all’Olimpico lo scorso 6 novembre erano sugli spalti 22.000 persone con circa 5000 biglietti di cortesia (tra CONI, sponsor, autorità, amici, amici degli amici…). Insomma, 17.000 paganti reali a fronte dei quasi 50.000 vendibili col 75% della capienza……praticamente un flop per quello che poteva e doveva essere l’evento di rilancio post pandemia. 

Basti pensare che è dal 2003 (stadio Flaminio) che non si registrava un’affluenza così bassa di spettatori paganti, considerato però che la capienza dello stadio Flaminio ammontava a 22.000 posti e gli inviti erano solo 2000. A questo va aggiunto l’enorme danno compiuto in termini di immagine nei confronti di molti destinatari di biglietti invito (autorità, sponsor e partner) che non sono arrivati in tempo per la partita, un disservizio mai avvenuto prima. 

Complimenti alla tanto aspirata Renovatio

https://www.youtube.com/watch?v=PODLOsiGpeM

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